La scomparsa di Kata a Firenze si complica. Le prove fisiche sono inconcludenti, ma le testimonianze implicano Lidia. La ricerca della verità continua tra tensione e sospetti.
Le indagini riguardo alla scomparsa della giovane Kata a Firenze proseguono. Dalle recenti verifiche, non sono state trovate tracce ematiche sui bagagli sequestrati nell’ex hotel Astor. Una testimone, tuttavia, sospetta di Lidia, responsabile delle famiglie rumene presenti, accusandola della scomparsa della piccola.
Il caso della scomparsa di Kata, una bambina peruviana di 5 anni scomparsa il 10 giugno dall’ex hotel Astor di Firenze, continua ad essere avvolto nel mistero. Nuovi esami, effettuati per ordine della procura e condotti dal genetista Ugo Ricci, hanno rivelato l’assenza di tracce ematiche nei bagagli sequestrati il giorno successivo alla scomparsa della bambina.
Come riportato da “Il Resto del Carlino”, tali bagagli erano in possesso di due donne peruviane e di un uomo rumeno, attualmente tutti sottoposti ad indagini. Continuano anche le analisi su alcune tracce ematiche trovate nella stanza 104 dell’hotel, dove Kata viveva e a cui anche due dei suoi zii avevano accesso.
La madre di Kata, Katherine Alvarez Vasquez, insiste nell’accusare Lidia, la supervisore delle famiglie rumene presenti, ritenendo che nasconda informazioni cruciali. Sebbene Lidia abbia smentito, sostenendo di essere stata nella sua stanza quel pomeriggio a seguito di un trattamento medico, sembra che verrà presto interrogata dai carabinieri.
Inoltre, una testimone italo-americana ha dichiarato in un’intervista a “La Vita in Diretta” di aver visto Lidia richiamare Kata nel cortile dell’ex hotel il giorno della sua scomparsa. Secondo questa testimone, dopo aver chiamato la bambina, Lidia avrebbe chiuso il cancello dell’hotel e la bambina non è più stata vista. La donna ha anche aggiunto che i bambini avevano timore di Lidia e che nessuno poteva uscire senza il suo permesso. Infine, ha espresso il sospetto che sia stata Lidia a far sparire Kata, mostrandosi disponibile a testimoniare in tribunale.
Dunque in conclusione, le testimonianze e le accuse puntano decisamente verso Lidia, figura chiave tra le famiglie rumene presenti nell’ex hotel Astor. La tensione cresce, e l’attenzione si focalizza ora sull’imminente interrogatorio di Lidia, nella speranza di fare luce su questo doloroso enigma.