Scopri la storia affascinante di Marco Bonini, attore e sceneggiatore romano, tra successi in TV, cinema e un amore per la scrittura che lo rende unico nel panorama italiano.
Marco Bonini: una carriera tra talento, versatilità e passione per il racconto
Marco Bonini è uno di quegli artisti che non si lasciano incasellare facilmente. Attore, sceneggiatore, scrittore e intellettuale, ha costruito una carriera solida e variegata, lasciando il segno in teatro, cinema e televisione. Il suo percorso professionale è iniziato sul palcoscenico, ma è stato il grande schermo a dargli la prima vera opportunità: nel 1993, infatti, debutta al cinema con il film Estasi. Da lì in avanti, la sua carriera è un susseguirsi di ruoli importanti e progetti stimolanti.
Già nel 1994 appare in TV nella serie L’ispettore Sarti, per poi recitare nel 1996 in Classe mista 3ª A. Il nuovo millennio lo vede attivo sia sul fronte televisivo che cinematografico: nel 2000 è nel film Il rumore dei ricordi e l’anno successivo entra nel cast di Onora il padre. Nel 2002 torna in TV con la seconda stagione di Commesse e, nel 2003, approda sul set internazionale di Sotto il sole della Toscana.
Un artista poliedrico tra scrittura e interpretazione
Il 2006 segna il primo incontro con Don Matteo, fiction di grande successo che lo vedrà tornare anche nel 2014. Ma è il 2007 a rappresentare una svolta importante: Bonini firma la sceneggiatura e recita in Billo – Il grand Dakhaar, segnando il suo debutto ufficiale anche come autore. L’anno successivo è nella serie Ho sposato uno sbirro, mentre nel 2010 partecipa al pluripremiato Diciotto anni dopo, opera che lo vede nuovamente coinvolto nella scrittura.
Il 2011 lo consacra volto noto della TV con ruoli in I liceali 3, Un posto al sole e Tutti pazzi per amore 3. Tra il 2015 e il 2017 è nel cast della popolarissima soap Il paradiso delle signore, dove interpreta Corrado Colombo, un capo magazziniere pugliese con una passione sfrenata per il ciclismo e qualche scheletro nell’armadio legato al contrabbando.
Nel 2017 partecipa ai due capitoli della saga Smetto quando voglio (Masterclass e Ad honorem), e nel 2019 torna a brillare sia come attore che sceneggiatore con il film L’amore, il sole e le altre Stelle. Lo stesso anno recita accanto a Barbara D’Urso nel revival di La dottoressa Giò e pubblica il suo primo romanzo, Se ami qualcuno dillo, testimonianza della sua vena narrativa.
Nel 2021 scrive il documentario dedicato al maestro del teatro Luigi Proietti detto Gigi, recita in Lasciarsi un giorno a Roma e torna in TV con Cuori, nei panni dell’anestesista Ferruccio Bonomo, personaggio ironico e affascinante che conquista il pubblico femminile della fiction.
Una vita tra arte, studio e discrezione
Nato a Roma il 20 agosto 1972, Marco Bonini ha un passato tutt’altro che scontato. Cresciuto in una famiglia semplice – madre vigile urbano e padre impiegato – ha un fratello minore e fin da piccolo si dedica alla danza, sia classica che moderna. Ma è nel 1991 che decide di intraprendere seriamente la strada della recitazione, frequentando prima l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica e poi il prestigioso Centro Sperimentale di Cinematografia. Parallelamente si laurea in Filosofia alla Sapienza di Roma, dimostrando una sete di sapere rara nel mondo dello spettacolo.
La sua visione artistica si riflette anche nell’iniziativa The Coproducers, ideata nel 2005 con altri registi, tra cui Eros Puglielli: un manifesto che promuove la divisione equa dei diritti economici tra tutti i partecipanti a un progetto cinematografico.
Bonini è sposato con Sinne Mutsaers, affascinante attrice, produttrice e stilista americana di origine olandese, conosciuta casualmente durante un volo. I due mantengono una riservatezza totale sulla loro vita privata, ma si sa che hanno due figli: Orlando, nato nel 2003, e Maya, nel 2010.
In un’intervista rilasciata a TV Sorrisi e Canzoni nel 2021, ha raccontato che il ruolo a cui è più affezionato è quello di Genziano in Diciotto anni dopo, mentre sogna ancora di interpretare l’Enrico V di Shakespeare, un personaggio complesso e profondo che sente vicino al suo percorso umano e artistico.
La carriera e la vita di Marco Bonini dimostrano quanto talento, formazione e umanità possano convivere armoniosamente. È un artista completo, capace di spaziare tra generi, ruoli e linguaggi senza mai perdere autenticità. In un mondo spesso dominato dall’apparenza, la sua discrezione e la sua coerenza fanno la differenza. E tu, che ne pensi del percorso di Marco Bonini? Ti ha colpito qualche sua interpretazione in particolare?