Scopri cos’è il virus Marburg, come si trasmette, quali sono i sintomi e le attuali misure di prevenzione. Una malattia virale letale ancora senza cura.
La malattia da virus Marburg: una minaccia invisibile
La malattia da virus Marburg è un’infezione virale gravissima, nota anche come febbre emorragica di Marburg. Si manifesta principalmente nelle regioni dell’Africa subsahariana e ha un alto tasso di contagiosità, insieme a una letalità preoccupante, soprattutto quando non viene trattata tempestivamente. Il virus che la provoca appartiene alla stessa famiglia dell’Ebola, rendendo entrambe le malattie particolarmente temute.
Il Marburg è classificato come zoonosi, ossia un’infezione trasmessa dall’animale all’uomo. Tra i principali vettori ci sono i pipistrelli della frutta, specie africane come il Rousettus aegyptiacus, e alcune scimmie, come quelle verdi ugandesi. Di solito, il virus si diffonde attraverso contatti con fluidi corporei di individui o animali infetti, ma può essere trasmesso anche attraverso pratiche funerarie tradizionali, rapporti sessuali o oggetti contaminati.
Sintomi e decorso della malattia
Dopo un’incubazione che può durare tra 2 e 21 giorni, la malattia esordisce improvvisamente con febbre alta, forti mal di testa e dolori muscolari, accompagnati da malessere generale e dolore toracico. Successivamente, a partire dal terzo giorno, i pazienti possono presentare diarrea acquosa intensa, dolori addominali e vomito, contribuendo a un quadro clinico di estrema debolezza e disidratazione. Molti descrivono i malati in questa fase come “spettrali”, con occhi infossati e un’apatia profonda.
Tra il quinto e il settimo giorno, la malattia può evolvere in una forma emorragica, con sanguinamenti dalla bocca, dal naso e da altri orifizi. Nei casi più gravi, si osservano danni a diversi organi, come fegato e reni, insieme a sintomi neurologici come confusione, irritabilità e persino coma. La mortalità è allarmante: può variare tra il 50% e l’88%, a seconda del ceppo virale e della qualità dell’assistenza sanitaria ricevuta.
Diagnosi e trattamento
Diagnosticare la febbre di Marburg non è semplice, poiché i sintomi possono essere facilmente confusi con altre malattie come la malaria o altre febbri emorragiche. Per confermare la presenza del virus, sono necessari esami specifici come emocromo, test sierologici e analisi del genoma virale tramite PCR. In alcuni casi, il virus viene rilevato attraverso l’osservazione di campioni di sangue o tessuto infetto al microscopio elettronico.
Attualmente, non esiste una cura specifica per la malattia da virus Marburg. Il trattamento è principalmente di supporto: si punta a mantenere i pazienti idratati, a controllare gli squilibri elettrolitici e a monitorare attentamente i sintomi. Per prevenire la diffusione dell’infezione, è fondamentale l’isolamento rigoroso dei pazienti e l’uso di dispositivi di protezione da parte degli operatori sanitari.
Prevenzione e misure di sicurezza
Non esiste ancora un vaccino contro il Marburg, quindi la prevenzione si basa sull’adozione di misure igieniche e comportamentali, specialmente nelle regioni dove il virus è endemico. Tra le raccomandazioni principali c’è quella di evitare il contatto con pipistrelli e scimmie, lavarsi frequentemente le mani e utilizzare dispositivi di protezione in situazioni a rischio. Anche per i viaggiatori che visitano aree endemiche, è fondamentale osservare queste precauzioni.
La malattia da virus Marburg, con la sua letalità elevata e l’assenza di una cura definitiva, ci ricorda quanto sia fragile l’equilibrio tra uomo e natura. Un invito alla riflessione: possiamo davvero prevenire futuri focolai attraverso un approccio globale alla salute pubblica?