LA STOFFA DEL POTERE, Terza Puntata: La Vendetta di Sandro!

Nella terza puntata di “La Stoffa del Potere”, Clara affronta le conseguenze del tentato sabotaggio, mentre Sandro non è disposto a fermarsi.

LA STOFFA DEL POTERE, Terza Puntata: Il sabotaggio di Sandro!

Milano era ancora immersa nel fermento della settimana della moda. Le strade erano piene di energia, i riflettori erano puntati sulle passerelle, ma dietro le quinte, una tensione nascosta si stava intensificando.

Clara non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione di inquietudine mentre rivedeva il suo abito da sposa, appena sistemato dopo il tentato sabotaggio. Il vestito, originariamente intatto e meraviglioso, aveva subito dei tagli durante la notte.

Il tessuto di seta pura era stato danneggiato in modo sottile, ma visibile, un chiaro tentativo di distruggere la sua creazione. Nonostante ciò, con l’aiuto di Viola e Enrico, Clara era riuscita a ripararlo appena in tempo per la sfilata.

Mentre il sipario si apriva, il suo cuore batteva forte. Viola indossava l’abito da sposa riparato, e quando iniziò a camminare lungo la passerella, tutti i problemi e le ansie sembrarono dissolversi. Il vestito fluttuava con grazia, i suoi dettagli delicati riflettevano la luce come un sogno rinato.

Il pubblico restò incantato, i flash delle macchine fotografiche erano incessanti. Clara osservava tutto da dietro le quinte, le mani tremanti ma il cuore colmo di speranza. Ce l’aveva fatta.

Ma Sandro, nascosto tra le ombre del backstage, osservava con occhi stretti. Il suo piano di sabotaggio era fallito miseramente. La sua mente calcolatrice aveva orchestrato ogni dettaglio, sicuro che quel taglio avrebbe distrutto Clara. Ma ora, mentre osservava il pubblico applaudire la sua rivale, la rabbia lo consumava.

Ginevra, al suo fianco, gli lanciò uno sguardo preoccupato. “Sandro, non possiamo continuare così. Questo gioco rischia di ritorcersi contro di te.”

Lui la fissò con occhi freddi, la mascella serrata. “Non capisci niente, Ginevra. Questo non è un gioco. È una guerra. E la guerra si vince solo con il potere.”

Ginevra, che conosceva bene i segreti di Sandro, abbassò lo sguardo, sapendo che non avrebbe mai potuto convincerlo a cambiare. Ma dentro di lei cresceva un certo senso di disagio. Sandro stava andando troppo oltre.

Nel frattempo, Enrico e Viola si avvicinarono a Clara dietro le quinte, i volti illuminati da un sorriso di sollievo e orgoglio. “Hai fatto un miracolo, sorellina,” disse Enrico, stringendola in un abbraccio. “Quell’abito era perfetto. Nessuno si è accorto del sabotaggio.”

Viola annuì con entusiasmo. “Il pubblico è rimasto senza fiato, Clara. Non hai solo salvato la sfilata, hai vinto.”

Clara, pur sentendosi sollevata, non poteva fare a meno di guardare nervosamente in direzione del backstage, dove aveva intravisto Sandro qualche momento prima. “So che è stato lui,” sussurrò. “Sandro non accetterà mai di essere sconfitto. Non si fermerà qui.”

Enrico la guardò negli occhi, serio. “Non può fermarti se tu non glielo permetti. Hai già dimostrato di poter superare qualsiasi ostacolo ti metta davanti.”

Ma Clara sapeva che la rivalità con Sandro stava prendendo una piega più oscura. Non si trattava più solo di moda, ma di un gioco di potere che minacciava di consumarla.

LA STOFFA DEL POTERE, Terza Puntata: Il regalo di Sandro a Clara!

La notte calò su Milano e il giorno seguente arrivò con una calma apparente. Nello studio di Clara, l’atmosfera era frizzante. La vittoria nella sfilata aveva portato un’ondata di richieste da parte dei clienti, e tutto sembrava andare per il meglio. Ma quella tranquillità venne spezzata da un messaggio inaspettato.

Un elegante mazzo di rose nere, vellutate e perfette, arrivò alla porta dell’atelier, consegnato da un fattorino impeccabilmente vestito. Il mazzo era avvolto in un tessuto scuro e pesante, quasi minaccioso nella sua bellezza. Clara lesse il bigliettino legato al nastro d’argento con il cuore che batteva forte: “La prossima volta vinco io.”

Il biglietto non era firmato, ma Clara sapeva perfettamente da chi provenisse.

Viola, che era in studio con lei, rimase a bocca aperta quando vide le rose. “Sandro,” sussurrò. “È un avvertimento.”

Clara strinse il biglietto tra le dita, il suo volto attraversato da un’espressione di determinazione. “Se pensa che questo mi spaventerà, si sbaglia.”

Nel frattempo, Sandro sedeva nel suo ufficio, osservando la città di Milano dalla finestra. La sua mente era un vortice di pensieri oscuri. La sconfitta non era qualcosa che poteva tollerare. Aveva raggiunto la cima del mondo della moda con metodi spietati, e non avrebbe permesso a una giovane stilista come Clara di usurpargli il trono.

Ginevra entrò silenziosamente, posando una rivista sulla scrivania. “Hanno scritto un articolo sulla tua sfilata,” disse con cautela. “Ma anche Clara è sulla copertina.”

Sandro non alzò nemmeno lo sguardo. “Non m’importa,” disse gelido. “La prossima volta, non ci sarà un’altra Clara Belletti. Sarà solo Sandro Moretti.”

Ginevra lo guardò per un momento, chiedendosi quanto fosse disposto a spingersi oltre. Ma sapeva che non avrebbe mai fermato Sandro. Lui era come un’onda inarrestabile, e chiunque si fosse messo sulla sua strada, sarebbe stato spazzato via.

Mentre i giorni passavano, Clara si ritrovò a lavorare incessantemente nel suo studio, ma la presenza minacciosa di Sandro incombeva su di lei come una nuvola nera. La sua creatività, tuttavia, non si fermava.

Ogni abito che creava era un altro passo verso la sua affermazione definitiva. Ma sapeva che la prossima sfilata sarebbe stata un nuovo campo di battaglia. Sandro non avrebbe mai accettato la sconfitta, e la sua vendetta sarebbe stata ancora più feroce.

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