Quando Dio imparò a scrivere è il film thriller targato Netflix spagnolo che ha appassionato tanti abbonati. Il suo finale, però, è apparso molto intricato e poco chiaro a tanti di coloro che l’hanno seguito…
Quando Dio imparò a scrivere è un thriller spagnolo piuttosto complicato che è stato pubblicato nell’ultimo periodo sul catalogo Netflix. Moltissimi abbonati si sono appassionati alle vicende della protagonista Alice, ma anche il finale è apparso complesso e si è prestato anche a diverse interpretazioni. Ecco quindi cosa c’è da capire sul finale e come si incastrano le ultime vicende con il resto della trama.
Quando Dio imparò a scrivere: cosa sapere sul finale!
Nel thriller spagnolo, la protagonista è Alice, una donna bella e ricca sposata con un uomo affascinante che svolge la professione di detective privato, che più che altro è la sua principale passione. Un giorno Alice si fa rinchiudere in un manicomio per indagare sul caso della morte di un ragazzo che, secondo la versione ufficiale, si sarebbe tolto la vita ma suo padre ne dubita. Garcia del Olmo, il padre del giovane, è amico anche del direttore della struttura, Samuel, e riesce quindi a convincerlo a far ricoverare la donna. Alice ha un piano ben preciso e pensa di indagare dall’interno per scoprire la verità, ma dopo il ricovero le cose si fanno più complesse del previsto, tra intrighi, colpi di scena e mezze verità. Da un certo momento in poi, inoltre, la stessa detective inizia a dubitare della sua sanità mentale, esaminando così il confine piuttosto sottile tra follia e normalità. Sul finale, viene chiarito il punto secondo il quale Alice avrebbe tentato due volte di avvelenare suo marito. La donna avrebbe fatto leva sulle sue conoscenze scientifiche per tentare di sbarazzarsi del marito che l’aveva tradita. In realtà, nonostante Alice venga anche sottoposta all’elettroshock, si scopre che tutto questo fa parte di un piano del marito in accordo con il direttore della struttura Samuel. Garcia del Olmo, che aveva assoldato Alice come detective per indagare sulla morte del figlio, in realtà era interpretato da un attore che serviva proprio per far entrare la donna nella struttura e portare avanti il piano.
Quando Dio imparò a scrivere: la verità sulla notte dell’incendio!
Durante il finale, Alice intuisce tutta la verità e prova a convincere il dottor Arellano che ciò che sta affermando è vero e non è frutto della sua follia. Montserrat scopre che il marito di Alice aveva inviato una somma generosa di denaro a Samuel Alvar prima del ricovero della donna, ed i suoi sospetti sono sempre più forti, mentre Samuel si giustifica sostenendo che sia stata soltanto una donazione per l’ospedale. Alice capisce che se vuole risolvere il problema deve innanzitutto fuggire dalla struttura e per farlo può contare sull’aiuto di alcuni pazienti, soprattutto Urquieta, un uomo che ha la fobia dell’acqua. Intanto, viene chiarito tutto anche sulla morte dell’incendio. I continui flashback sulle fiamme che si sono visti fin dalla prima puntata, non avevano a che fare con la morte del figlio di Garcia del Olmo, ma erano un’anticipazione di ciò che sarebbe successo durante la fuga di Alice. Infatti la donna cerca di fuggire approfittando dell’incendio ma poi torna indietro quando scopre che c’è stato un omicidio. Alice risolve il mistero di questo nuovo omicidio avvenuto all’interno della struttura e così, facendo deposizione alla polizia, riesce a convincere le forze dell’ordine della sua intelligenza e lucidità. Montserrat e Arellano convocano quindi una squadra di medici per farla uscire dal manicomio, mentre Alice sostiene davanti alle forze dell’ordine di essere stata legalmente sequestrata dal marito con la complicità del direttore della struttura. Ad Alvar vengono richieste le dimissioni per incompetenza mentre Alice viene liberata dal manicomio e può tornare alla sua vita di detective privato. Voi che cosa ne pensate? Avete seguito questo thriller targato Netflix e vi è piaciuto ed avete capito bene il finale? A voi i commenti!