Scopri quanto guadagna Roberto Benigni tra incassi da record, Oscar, investimenti e cachet televisivi. Un viaggio nel patrimonio milionario del genio italiano.
Quanto guadagna davvero Roberto Benigni? Ecco la verità dietro la sua carriera d’oro
Quando si parla di Roberto Benigni, non si può fare a meno di pensare a uno dei simboli più grandi del talento italiano nel mondo. Un artista che, partendo da una piccola realtà toscana, è riuscito a conquistare i riflettori di Hollywood e il cuore del pubblico internazionale. Ma quanto ha guadagnato realmente nel corso della sua carriera? Dietro al sorriso contagioso e alla sua travolgente energia, si nasconde una carriera multimilionaria costruita con passione, genio e una straordinaria capacità di reinventarsi.
Dai teatri di provincia agli Oscar: l’ascesa di un genio
Roberto Benigni comincia la sua avventura artistica negli anni ’70, tra spettacoli teatrali e apparizioni televisive che presto lo rendono noto per la sua irriverenza e il suo spirito libero. Ma è il grande schermo a consacrarlo definitivamente. Film come Non ci resta che piangere (accanto al compianto Massimo Troisi), Il piccolo diavolo, Johnny Stecchino e Il mostro non solo fanno registrare incassi da record, ma diventano veri e propri cult italiani.
Il punto di svolta arriva nel 1997 con La vita è bella, una pellicola che riesce nel miracolo di raccontare l’Olocausto con delicatezza, poesia e un’incredibile umanità. Il film sbanca i botteghini con 15 miliardi di lire solo in Italia, raggiunge i 229 milioni di dollari a livello globale e regala a Benigni due Oscar: miglior attore protagonista e miglior film straniero. Una doppietta storica che nessun altro artista italiano è riuscito a eguagliare.
Tra teatro, televisione e investimenti: un impero chiamato Benigni
Dopo aver brillato nel cinema, Benigni ha continuato a sorprendere portando Dante Alighieri nelle piazze italiane e nei palinsesti televisivi con lo spettacolo Tutto Dante. Un progetto culturale, ma anche un successo commerciale, trasmesso in prima serata Rai e capace di riempire piazze e teatri. Con sua moglie Nicoletta Braschi, fonda Melampo Cinematografica, una casa di produzione attiva dal 1991. Secondo i bilanci del 2021, questa società ha generato 875 mila euro di ricavi, in calo rispetto agli anni d’oro, ma con utili ancora interessanti.
Nel 2020, per la sua partecipazione al Festival di Sanremo, si vocifera abbia ricevuto un cachet tra i 250 e i 300 mila euro. Non si conosce invece il compenso per la sua apparizione a sorpresa a Sanremo 2025, ma è facile immaginare che la Rai non abbia badato a spese per riportarlo sul palco.
Benigni non è solo un artista, ma anche un imprenditore: possiede Tentacoli Edizioni Musicali, che gestisce i diritti musicali delle colonne sonore dei suoi film, e detiene una società immobiliare con ben 21 immobili tra case e terreni, una villa a La Maddalena e perfino una quota in un’azienda di Cesena che si occupa di latte in polvere. Forbes, nel 2019, lo ha incoronato come l’attore italiano più ricco, con un patrimonio stimato in circa 245 milioni di dollari. Più di Sophia Loren e Monica Bellucci.
Un artista divisivo ma inimitabile
Classe 1952, Benigni ha sempre diviso l’opinione pubblica: c’è chi lo considera un genio assoluto e chi ne contesta l’enfasi eccessiva. Ma non si può negare la sua influenza nella cultura italiana degli ultimi quarant’anni. Dal cinema alla poesia, dalla satira politica agli show televisivi, Benigni ha saputo reinventarsi e restare rilevante in un mondo dello spettacolo sempre più veloce.
Ha collaborato con grandi nomi come Federico Fellini e ha condiviso la scena con icone della TV come Raffaella Carrà e Pippo Baudo. E mentre molti aspettano un suo ritorno sul grande schermo, lui continua a dedicarsi alla parola scritta e recitata, con l’entusiasmo di chi ama profondamente il proprio mestiere.
Vale più l’arte o il denaro?
Roberto Benigni è la dimostrazione vivente che cultura e intrattenimento possono andare a braccetto con il successo economico. Ma ci fa anche riflettere su un punto: in un mondo che corre dietro ai numeri, conta di più la ricchezza materiale o quella artistica?