Pier Ferdinando Casini ha maturato una pensione parlamentare considerevole dopo oltre 35 anni di carriera politica. Ma quanto guadagna davvero di pensione?
Pier Ferdinando Casini: una carriera politica lunga quarant’anni e una pensione d’oro
Pier Ferdinando Casini, nato il 3 dicembre 1955 a Bologna, è uno dei volti più noti della politica italiana. Con oltre quattro decenni di attività istituzionale alle spalle, la sua carriera gli ha permesso di accumulare una solida esperienza, prestigiosi incarichi e, inevitabilmente, una pensione parlamentare di tutto rispetto. Il tema delle cosiddette “pensioni d’oro”, di cui la sua è un esempio emblematico, continua a suscitare dibattiti accesi nell’opinione pubblica.
Un percorso politico senza interruzioni
Casini entra per la prima volta alla Camera dei Deputati nel 1983, avviando un percorso che lo vedrà presente in Parlamento senza interruzioni per oltre 35 anni. Dal 2001 al 2006 ricopre il ruolo di Presidente della Camera, una delle cariche istituzionali più prestigiose del Paese. La sua carriera si estende anche a livello europeo: tra il 1999 e il 2001 è membro del Parlamento Europeo. Nel 2013 passa al Senato, proseguendo la sua attività politica anche negli anni successivi.
Un impegno costante, che lo ha visto attraversare numerosi governi e schieramenti, mantenendo sempre una posizione di rilievo. La sua lunga esperienza ha naturalmente portato a una pensione parlamentare sostanziosa, un tema su cui l’opinione pubblica spesso si divide.
Stipendi, redditi e pensione: le cifre
Durante il suo mandato da senatore, Casini ha percepito un’indennità mensile lorda di 11555 euro. Dopo le detrazioni fiscali, l’importo netto si attestava a 5304,89 euro. A questo si aggiungevano ulteriori benefit: una diaria di 3500 euro per le spese di soggiorno a Roma, un rimborso di 4180 euro per le spese legate al mandato e un forfait di 1.650 euro per coprire i costi di telefono e trasporti.
Analizzando le sue dichiarazioni dei redditi, nel 2021 il suo imponibile per l’anno fiscale 2020 ammontava a 127145 euro. Due anni dopo, nel 2023, la cifra dichiarata per il 2022 è salita a 129882 euro.
Per quanto riguarda la pensione, la normativa italiana prevede che i parlamentari maturino il diritto a un assegno dopo almeno cinque anni di mandato, con un’età pensionabile fissata a 65 anni (ridotta a 60 in caso di due legislature). Considerando la sua carriera ultratrentennale, Casini ha quindi diritto a una pensione di rilievo. Tuttavia, l’importo esatto non è stato reso pubblico, alimentando curiosità e polemiche.
Le polemiche sulle pensioni d’oro
Le pensioni d’oro sono da anni al centro di un acceso dibattito in Italia. Mentre per molti rappresentano un privilegio eccessivo a carico dei cittadini, per altri sono semplicemente il frutto di una carriera politica lunga e di incarichi di responsabilità. In un periodo storico segnato da riforme pensionistiche che hanno innalzato l’età del ritiro e ridotto gli assegni per milioni di italiani, le pensioni elevate dei parlamentari vengono spesso criticate come un’ingiustizia sociale.
Nel tempo, diverse proposte di riforma hanno cercato di ridurre questi importi, adeguandoli ai contributi effettivamente versati. Tuttavia, ogni tentativo ha incontrato ostacoli politici e giuridici, rendendo difficile un cambiamento strutturale del sistema.
Casini stesso, nel 2018, ha espresso preoccupazione per la sostenibilità del sistema pensionistico italiano, sottolineando che senza interventi adeguati le generazioni future potrebbero non avere più diritto a un assegno previdenziale. Un’affermazione che dimostra la consapevolezza delle criticità del sistema, ma che non ha placato le polemiche sulla sua stessa pensione.
Un caso emblematico di politica e privilegi?
Pier Ferdinando Casini è senza dubbio uno degli esponenti più longevi della politica italiana e la sua pensione è un simbolo di quel sistema che molti cittadini contestano. Se da un lato la sua esperienza giustifica i benefici maturati, dall’altro resta il dubbio sulla reale equità di un meccanismo che garantisce assegni elevati ai parlamentari mentre impone sacrifici sempre maggiori ai lavoratori comuni.
Il tema delle pensioni d’oro continuerà a far discutere: si tratta di un privilegio giustificato o di un’ingiustizia da correggere? Tu cosa ne pensi?